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Invenzione et lavoro nella cooperazione tra cervelli.

 

by Maurizio Lazzarato

 

La filosofia della differenza costituisce sicuramente la migliore "boîte à outils" per interrogare le trasformazioni del capitalismo contemporaneo. In Francia, la filosofia della differenza si è costituita attraverso un lungo percorso, spesso monoritario, il cui risultato più recente è l'opera di Deleuze et Guattari.

 

Una sua prima attualizzazione si è prodotta a cavallo del diciannovesimo et ventesimo secolo attraverso l'opera du Henri Bergson, nello stesso tempo che Gabriel Tarde verificava la potenza euristica dei concetti di "differenza" et di "ripetizione" nel campo delle scienze sociali. Quest'ultimo è uno dei rari autori di questa tradizione di pensiero che ha cercato di far unzionare un'ontologia del desiderio, della forza e della simpatia per rendere intelligibile il fenomeno economico e più in generale il fenomeno sociale.

 

Anche la "renaissance" della filoso5fia della differenza, affermatasi intorno al 68, si è confrontata all'economia politica con molte precauzioni. Il campo era occupato dal marxismo il cui superamento poneva degli enormi problemi politici e teorici.

 

Foucault ha aggirato il problema allargandolo. Se ha privilegiato l'azione della molteplicità delle forze sociali alla dialettica capitale-lavoro, rinnovando il problema del potere et del soggetto, ha comunque riprodotto la separazione tra sfruttamento e dominazione. Deleuze et Guattari hanno sviluppato un'ontologia radicalmente immanente della "produzione" dell'essere sur la base dell'azione delle potenze di differenziazione e di ripetizione del tempo, ma senza portare questa nouva immagine del pensiero direttamente sul terreno economico.

 

E' forse dunque utile ritornare all'opera di Tarde  che ha posto i fondamenti d'una maniera di leggere l'économia partendo dal "sistema della differenza". Tarde fa della potenza di creazione degli uomini che coproducono componendo le loro differenze secondo una logica immanente alla loro cooperazione "simpatica", la chiave di volta della sua "Psychologie Economique". Invece di cominciare dall'assoggettamento delle forze sociali alla divisione capitalistica del lavoro, la Psicologia Economica, prevede la loro coopérazione autonoma e indipendente, come presupposto ontologico e storico della valorizzazione economica e della divisione del lavoro.

 

Diversamente dai sociologi, Tarde non si domanda "come la società sia possibile". Non si confronta nemmeno con il prolema fondamentale dell'economia politica : "comme l'equilibrio sia possibile". Queste domande, in effetti, non costituiscono che uno sviluppo ulteriore  del problema hobbesiano di definizione delle condizioni di possibiltà della produzione e della riproduzione dell'ordine. Tarde, al contrario, s'interroga sulle condizioni che permettono la creazione del nuovo, non come un effetto di moda, ma come l'emergenza di nuove relazioni sociali, economiche et politiche.

 

Per Tarde, la fonte della richezza non risiede nella terra, nel lavoro, nel capitale o nell'utilità, comme per l'economia politica e il marxismo, ma nell'invenzione e nella cooperazione. Rivisita le categorie dell'economia politica alla luce della differenza e della ripetizione, distinguendo all'interno del concetto di lavoro tra l'attività di riproduzione e l'attività di creazione e d'innovazione ; all'interno del concetto di capitale, tra "capitale materiale" e "capitale invenzione" ; all'interno del consumo tra il consumo passivo, semplice azione di ripetizione e il consumo attivo, invenzione di nuove norme di consumo ; all'interno dei bisogni, tra bisogni organici et bisogni speciali. Tra questi ultimi, il bisogno di conscere et la curiosità costituiscono i più grandi sbocchi al "progresso economico dell'umanità."

 

Piuttosto che a una critica, la teoria di Tarde ci rimanda alla costruzione positiva di una teoria generale della creazione e della costituzione dei valori, da cui il valore economico dipende. La produzione e la riproduzione dei valori si fondano sull'attività multiforme delle "spirito" (o anima ou memoria cervello) che le scienze sociali hanno tendenza a separare et a opporre. Tarde, al contrario, vuole integrare il "valore-utilità" (l'attività economica), il "valore-verità" (l'attività di conscenza), "valore-bellezza" (l'attività estetica) in una nuova scienza sociale "in modo da poterli integrare tutti insieme in una stessa teoria del valore." Per condurre in porto questo programma "bisogna necessariamente fare subire al piano sul quale la teoria della richezza e stata edificata fino ad oggi, un cambiamento completo" e in tal modo rompere "lo splendido, magnifico et delunte isolamento" in cui l'économia politica si è relegata.

 

La Psicologia economica si inserisce in un dibattito che, da Simmel a Saussure, dai nuovi paradigmi della scienza (in particolare della fisica) alla sociologia di Durkheim, dall'economia neoclassica a Nietzsche, ha comme posta in gioco, per dirlo con le parole di quest'ultimo, la definizione del "valore del valore". Immediatamente dopo la morte di Marx si produce una rottura radicale nella maniera di concepire la genealogia e la costituzione dei valori. La filosofia della differenza mi sembra detenere una chiave di lettura di questa rottura che non è stata ancora pienamente sfruttata.

 

La cooperazione tra cervelli.

 

La Psicologia Economica di Tarde implica une nouva qualificazione delle forze sociali, delle loro forme di cooperazione e di opposizione che mettono in crisi il concetto di "divisione del lavoro".

 

Alla fine del XIX secolo si sviluppa un vivace dibattito in sociologia attorno al concetto di cooperazione che mira a superare i limiti della sua definizione strettamente economica stabilita dall'economia politica, ridefinendolo dal punto di vista della genealogia e della costituzione dei valori in generale e non esclusivamente dal punto di vista del "valore economico".

 

Secondo Durkheim, nelle società industriali, l'"armonia sociale" deriva essenzialmente dalla divisione del lavoro. Ma l'errore dell'economia politica è di concepire quest'ultima come une cooperazione che si produce "automaticamente" unicamente per il fatto "che ognuno produce secondo i suoi propri interessi", senza l'intervento né del "diritto", né della "rappresentazione". La critica di Spencer, nello stessso momento che conserva il fondamento economico della cooperazione ("il tipo della relazione sociale sarebbe la relazione economica"), introduce la metafora biologica dell'organismo per spiegare la sua genealogia e il suo modo di evoluzione. Se Durkheim critica sia la concezione economica che la concezione organica della cooperazione partendo dal diritto e dalle rappresentazioni sociali, Tarde la critica dal punto di vista della sua "psicologia" dello spirito.

 

Il fondamento della cooperazione delle società moderne non si trova né nel lavoro, né nel capitale, né nell'utilità, ma nell'attività dello spirito, anima o memoria, origine dell'azione volontaria (desiderio), intellettuale (credenza) e affecttiva (sentire). La relazione sociale primitiva è qualificata come rapporto tra cervelli et la cooperazione come incontro "inter-cerebrale". L'"armonie sociale", nelle sue forme economiche, sociali e politiche si deve quindi spiegare attraverso le potenze del "sentire" , della differenziazione et dell'imitazione dei "cerveaux assemblés".

 

Tarde ha condotto una lunga battaglia contro il "darwinismo sociale" e la comprensione del fenemeno economico e sociale attraverso le metafore del biologico e dell'organico : non è la società che assomiglia  a un organismo, ma il contrario.

 

"Ogni cosa è una società, ogni fenomeno è un fatto sociale", secondo il motto teorico di Monadologia et Sociologia.

 

Per spiegare le leggi dell'evoluzione sociale, l'analogia dell'organismo vale soltanto per le società dove regna la schiavitù. In questo caso gli schiavi recitano il ruolo degli organi corporali "in rapporto al cervello dell'essere superiore che vive per pensare e non pensa per vivere, e che utlizza la sua forza fisica a profitto esclusivo della sua forza intellettuale."[1]

 

Nelle società aristocratiche, l'inviduo ha effettivamente il ruolo di "un semplice organo o di una cellula. La subordinazione gerarchica delle funzioni che ne deriva è completa"[2] e spinge l'individuo a "immolarsi al bene pubblico". Le società moderne invece, non possono essere descritte tramite l'analogia con l'organismo, tranne nel caso in cui si paragonano à "quell'organo singolare che si chiama cervello." La gerarchia delle funzioni corporali e delle funzioni intellettuali non spiega la dinamica della società moderna, poichè è nel suo insieme che diventa "un grande cervello collettivo di cui i piccoli cervelli individuali sono le cellule".[3]

 

Per Tarde, il funzionamento della società è assimilabile al funzionamento del cervello, di un cervello sociale.

 

Le società, civilizzandosi, si "disorganizzano poichè perdono sia la loro "solidarietà meccanica" che la loro "solidarietà organica". I loro codici religiosi, politici, morali si sgretolano mentre rendono sempre più complessi i desideri e le credenze degli individui. A partire da questo momento non "è neanche più a un organo eccezzionale che è utile paragonarle", ma una specie di "meccanismo psicologico superiore".[4]

 

La metafora del cervello si comprende in questo modo : la società è un meccanismo cognitivo superiore dove le funzioni e le gerarchie si liberano, progressivamente, della necessità biologica, economica e anche sociale (nel senso anti durkhaimiano della trascendenza del sociale sulle azioni degli individui).

 

"Il cervello, in effetti, benché superiore agli altri organi, si evidenzia tra tutti, per l'omogeneità relativa della sua composizione, e, malgrado le sue pieghe, malgrado la relegazione più o meno precisa delle sue diverse funzioni in ciascuno dei suoi lobi, per la somiglianza dei suoi innumerevoli elementi, come lo provano la rapidità, la facilità dei loro scambi comunicativi, e la loro attitudine, mi sembra, à sostituirsi vicedevolmente."[5]

 

L'uguaglianza et l'uniformità degli elementi che costituiscono il cervello, la loro relativa indifferenza funzionale, sono le condizioni di una singolarizzazione più ricca e varia dei pensieri che produce e degli eventi che toccano. La funzione, liberandosi dell'organo, assume une nuova plasticità e une nuova mobilità, condizione di une invenzione più libera. Il cervello, corpo deterritorializzato, rende questa liberazione possibile. La coopérazione non organica apre la possibilità di una "armonizzazione superiore, e spiega la tendenza all'uguaglianza a cui si opponeva la differenziazione organica.

 

L'indifferenza funzionale dei lavori e dei lavoratori che gli economisti e Marx leggono come il risultato della divisione del lavoro e della forza dell'"astrazione" del capitale è, in realtà, una potenza di deterritorializzazione che non è riducibile alla relazione capitalista. Il "General intellect" non è il frutto dela storia naturale del capitale, ma già, ontologicamente contenuto, nell'emancipazione dalla divisione "organica" delle società aristocratiche et tradizionali.

 

In Durkheim, si puo' trovare una teorie della "liberazione della funzione dall'organismo" che rinvia all'argomentazione di Tarde. Nella "De la division du travail social", pubblicato due anni prima la Logique Sociale (1893), possiamo leggere : "Il progresso a dunque come effetto di staccare, senza tuttavia separarli, la funzione dall'organo, la vita dalla materia, e di conseguenza di spiritualizzarla, di renderla più mobile, più libera, rendendola più complessa."[6]

 

La metafora utilizzata da Durkheim è quella del cervello, poichè gli elementi che costituiscono le società moderne sono caratterizzati dall'"indifferenza funzionale" delle funzioni cerebrali. Ma allora perchè proporre la "solidarietà organica" come modalità d'organizzazione della società ? Perchè esprime il progetto politico della sociologia di Durkheim : contenere la "disorganizzazione" delle società e l'appiattimento delle gerarchie, risultato della loro "iperspiritualizzazione", all'interno un nuovo organismo, reterritorializzando la libertà e la mobilità delle funzioni cerebrali su un "nuovo corpo sociale". "Cio' che ci manca è tutto un sistema d'organi necessari al funzionamento normale della vita in comune."[7]

 

Nella prefazione alla seconda edizione della "De la division du travail social", il progetto di una nuova solidarità organica prevede la costituzione di "gruppi secondari" tra gli individui e lo Stato, che bisogna letteralmente capire come delle nuove "corporazioni" di nouvi "gruppi professionali". La solidarietà organica è il progetto della costituzione di une "forte organizzazione corporativa", la costruzione di un nuovo organismo politico, la "Repubblica" come forza di integrazione più vasta e efficace che la semplice divisione del lavoro, adeguata alla "iperspiritualizzazione" della società intesa come cervello sociale.

 

Durkheim descrive l'azione sociale attraverso le modalità della "lotta per la vita, o attraverso l'attività del "numero", del "volume"  degli scambi sociali (e della loro "densità sociale"), attraverso cioé un'azione "meccanica" che ci riporta, malgrado l'emancipazione delle forze sociali dalla divisone del lavoro secondo le funzioni corporali e intellettuali, a un concezione organica della solidarietà.

 

Tarde, invece, critica la divisione del lavoro degli economisti tramite le dinamiche dell'invenzione (differenza) e dell'imitazione (ripetizione) in quanto potenze della cooperazione dei "cerveaux assemblés".

 

Creazione e riproduzione.

 

Secondo Tarde, la scienza economica non è, come affermano i marxisti e gli economisti, une teoria della "produzione", ma della "riproduzione", poichè neutralizza la forza-invenzione subordinandola alla divisione del lavoro.

 

Adam Smith fa dell'invenzione un "fiume derivato" dalla divisione del lavoro e dall'abilità degli operai. Ma, senza invenzione, non ci sarebbe né lavoro diviso, né lavoro indiviso, commenta Tarde. Karl Marx affirme che nel processo di produzione specificamente capitalista, la principale forza produttiva risiede nella scienza. Ma è inutile cercare nella sua opera, un "modo di produzione" di quest'ultima, o più in generale un modo di produzione della conoscenza.

 

Lo stesso Schumpter che fa dell'innovazione il motore dell'accumulazione e dello sviluppo, esclude categoricamente che l'invenzione, in quanto tale, possa essere l'oggetto della scienza economica. L'invenzione è sempre disponibile nella società. L'imprenditore si limita a applicarla all'economie, innovando. Anche per i neoclassici, sulla base di une teoria del valore diversa, la scienza resta esterna alla sfera propriamente economica.

 

La scienza economica, praticamente fino alla fine del XX secolo, considera l'invenzione et la scienza comme delle "esternalità". Ma se vogliamo criticare l'azione degli esseri trascendenti, quali il Mercato, il Capitale o l'Imprenditore, bisogna partire precisamente da cio' che l'économia politica e la sua critica presuppongono senza spiegarlo : la potenza di creazione degli uomini e la cooperazione inter-cerbrale che la rende possibile.

 

La sepazione entre invenzione e riproduzione stabilita da Tarde, non corrsponde alla divisone tra "lavoro intellettuale" e "lavoro manuale", di cui Marx fa il fondamento di tutta divisione sociale del lavoro.

 

Questa divisione non è pertinente poichè possiamo trovare dell'invenzione e della ripetizione nell'uno, come nell'altro. L'attività di creazione non puo' essere neanche ridotta al lavoro cognitivo, simbolico, intellettuale o immateriale. Non si tratta, in effetti, di una semplice manipolazione di simboli, né esclusivamente di attività linguistica o cognitiva, come recitano le teorie contemporanee. La forma generale dell'attività che Tarde definisce indifferentemente come "lavoro inter-cerebrale" o "lavoro sociale", si fonda sull'azione multiforme dello spirito, anima o memoria : volontà, conoscenza, affetti. I cervelli agiscono gli uni sugli altri tramite i desideri, le credenze e gli affetti.

 

Nella produzione cognitiva, linguistica, simbolica agiscono delle forze pre-cognitive, pre-linguistiche, pre-simboliche che operano comme potenze di associazione et di disgiunzione, di attrazzione e di dispersione, di costituzione e di dissipazione de concatenamenti diversificati.

 

Nella maniera moderna di concepire l'attività dello spirito, anima o memoria, c'è une riduzione intelletualistica, linguistica o simbolica che non prende in considerazione la "somma di atti di fede", la "somma di atti di desiderio" e la somma di impressioni affettive che ogni produzione intellettuale, linguistica e simbolica presuppone e che costituisce il "fermento nascosto" della creazione.

 

Tarde, facendo della "produzione di conscenze" la vera forma della produzione, afferma l'autonomia, l'indipendenza e la potenza costitutiva della cooperazione tra cervelli e non il primato del lavoro intellettuale sul lavoro manuale. La teoria delle conoscenze, contenuta nella Psycologie économique" spiazza le opposizioni delle funzioni intellettuali e delle funzioni manuali, insegnandoci la maniera di cogliere e di distinguere in ogni maniera d'agire e in ogni maniera di fare, la creazione e la cooperazione, della riproduzione e dell'imitazione.

 

Dal punto di vista socio-economico, la produzione di conoscenze non è quindi riducibile, come nelle teorie contemporanee, a attività cognitiva, intellettuale o linguistica, perché se comprende la scienza e il linguaggio, include anche la produzione dell'opinione pubblica, la produzione della "sicurezza" e della "fiducia", la produzione dell'"informazione" e, più in generale, la potenza di instituzionalizzazione e di de-instituzionalizzazione del sociale. Questi differenti tipi di produzione, a cui Tarde invita gli economisti e i socialisti a interessarsi con lo stesso impegno con cui studiano la produzione della "valore venale", costituiscono altrettanti imputs delle analisi più interessanti e pertinenti del capitalismo contemporaneo. La produzione della sicurezza e della fiducia sono al centro dei paradigmi della "società del rischio" e della "società assicurativa". La produzione d'informazione, dalla teoria matematica di Shannon alla cultura cyber, ha sviluppato une bibliografia infinita sulla società della comunicazione. La produzione della scienza e del sapere, sono i campi da cui partono le teorie del "capitalismo cognitivo" o del "lavoro immateriale". Se ci aggiungiamo cio' che Tarde chiama produzione artistica, produzione di sensibilità e dei piaceri collettivi e che le teorie contemporanee definiscono come "capitalismo culturale", possiamo avere un'idea di cosa bisogna capire per teoria delle conoscenze.

 

Il merito di Tarde è di dare a queste teorie che rischiano di non incontrarsi mai, un quadro ontologico che le fa comunicare e une teoria della cooperazione tra cervelli che possono spiegarle.

 

Dobbiamo dunque integrare une "teoria delle conoscenze" e una "teoria delle arti" alla "teoria delle richezze", altrimenti avremo una visione limitata della richezza e della produzione.`

 

La produzione di conoscenze.

 

Le conoscenze si sottraggono alla logica della rarità e della misura economica per due ragioni fondamentali. Prima di tutto le conoscenze sono il prodotto di una cooperazione che è indipendente e autonoma dalla divisione del lavoro. Il concatenamento linguistico collettivo, la comunità dei sapienti, i "sententi", l'opinione pubblica, sono, ontologicamente e storicamente, il risultato dell'azione dei "cerveaux assemblés" e non della socializzazione dell'impresa e del mercato. Il linguaggio, l'arte, la scienza, l'opinione pubblica, gli affetti, presuppongono un "agire insieme" che non puo' essere descritto  attraverso la logica della produzione materiale e una forma di coordinazione che non puo' essere ridotta al funzionamento dello scambio di merci. Linguaggio, arte, scienza, opinione pubblica, sono dei beni "collettivi", "indivisibili" e "infiniti" la cui misura non puo' essere determinata che in maniera immanente a l'agire insieme che li produce.

 

In secondo luogo, l'azione della cooperazione inter-cerebrale, opera a partire dal principio della creazione e non della riproduzione. In questo genere di produzioni agisce in modo preponderante, une "incognita essenziale", non conoscibile nemmeno a un'intelligenza infinita, suggerisce Tarde, che le rende imprevedibili. Nella produzione linguistica, sapiente, mediatica, affettiva l'invenzione e la produzione del nuovo qualificano l'insieme del processo, mentre nella produzione materiale è l'attività di riproduzione che gioca il ruolo principale. Nella "fabbrica di spilli" di Adam Smith, noi conosciamo già praticamente tutto : cio' che bisogna produrre, come produrlo, la quatità da produrre ecc. Il nuovo valore è già contenuto, ontologicamente, nelle condizioni della produzione (tra le quali c'è l'invenzione comme qualcosa di dato, conosciuto). In cio' che Marx e gli economisti chiamano "produzione", il nuovo valore puo essere messo in rapporto alle condizioni della sua fabbricazione e il tempo di lavoro puo' misurare entrambi, perché, in realtà, come afferma Tarde, si tratta di una "riproduzione". Qui l'"incertezza" è quella del mercato. Nella produzione linguistica, sapiente, mediatica, artistica et sociale, la creazione del nuovo è ontologicamente incommensurabile alle consizioni della sua produzione. L'"incertezza" qui è quella della "produzione" stessa.

 

Insomma, la Psychologie Economique è una teoria della creazione e della costituzione dei valori, mentre l'economia politica e il marxismo sono delle teorie della misura dei valori.

 

L'ideologia del lavoro e l'economia politica.

 

Gli economisti e i socialisti producono un qui pro quo teorico e politico, identificando la divisione del lavoro con la cooperazione tra cervelli. In realtà, quest'ultima non è che parzialmente contenuta nella prima e sempre secondo una logica ridotta e mutilata. Di modo che il concetto di attività economica è radicalmente differente se lo si costruisce sulla base della divisione del lavoro, di cui la celebre "fabbrica di spilli" costituisce il paradigma, o se lo si costruisce  sulla base della cooperazione tra cervelli. Nel primo caso l'attività è già presa nei dualismi di "produttivo" e "improduttivo", di "intellettuale"  e di "manuale", del "lavoro vivo" e del "lavoro morto", della scienza e della tecnica, dell'invenzione e dell'innovazione, peché il lavoro è già assoggettato  al Capitale.

 

Per spiegare invece la natura della "produttività" dell'attività economica moderna bisogna ricollocarla nello spettro delle attività immanenti alla cooperazione tra cervelli. Queste ultime si dispiegano tra due limiti : l'attività dell'automa e l'attività del genio. La forza che si esprime nell'automa e nel genio è quella del cervello-memoria, fonte dell'azione motrice, dell'azione intellettuale e dell'azione affettiva. La sua genealogia è "utilitarista",  come direbbe Bergson, poichè non ha bosogno che della materia, del corpo e della sua potenza d'azione per svilupparsi. La sua finalità non è né contemplativa, né cognitiva, né informativa.  La memoria (o spirito o anima) esprime la nostra potenza d'agire sul mondo e il suo lavoro è principalmente il lavoro dell'"attenzione."

 

L'introduzione della memoria nella spiegazione del fenomeno economico permette  a Tarde di cogliere le differenze tra le attività sociali (dall'operaio all'artista, passando per il lavoro dei media) sulla base dell'attivazione o della neutralizzazione della forza invenzione degli individui e della loro cooperazione.

 

L'operaio, come l'artista, possiede una "macchina interna"  (o spirito o memoria) che concatena l'azione motrice, affettiva e intellettuale, ma secondo un grado di virtualità e di indeterminazione e secondo une "intensità" d'implicazione dell'attenzione, diversi. Possiamo dunque concepire il "lavoro" della fabbrica di spilli, non come la forma generale dell'attività moderna, ma piuttosto come la riduzione dell'attività dell'anima, spirito o memoria,  a un concatnamento sensori-motore ; come la volontà di sottrarre ogni virtualità, ogni creatività all'uomo, concependo la sua attività come un semplice automatismo. Volontà che il taylorismo porterà alla sua estrema realizzazione.

 

La fabbrica di spilli esprime effettivamente una potenza di produzione, ma questa potenza è quella della riproduzione, della ripetizione.

 

Nella teoria di Tarde invece, la produzione  è il risultato del concatenamento della differenza e della ripetizione. Ciascuna partecipa alla produzione delle "quantità sociali", ma secondo delle modalità differenti che si tratta , al contrario di cio' che fa l'economia politica, di definire.

 

Secondo la filosofia della differenza de Tarde, il lavoro dell'operaio e quello dell'artista dipendono dal concatenamento delle stesse forze, quelle della memoria del corpo e quelle della memoria intellettuale,  mentre nell'economia politica e nel marxismo, è praticamente impossibile passare dall'uno all'altro. E la ragione è molto semplice.  La teoria del valore è un'ontologia delle forze soggettive assoggettate alla divisione del lavoro tramite il macchinismo, il cui paradigma, ancora una volta, si trova nella fabbrica di spilli. La teoria della forze psicologiche è invece un'ontologia della loro espressione e composizione immanente, dispibile a tutti i concatenamenti  macchinici possibili.

 

Corpo e spirito, organico e norganico.

 

Al centro della teoria di Tarde, c'è la necessità di pensare, alla maniera di Kant, il ruolo della soggettività  nel mondo moderno, ma, facendo l'economia dei suoi apriori trascendentali,  e senza separare il corpo dallo spirito, la volontà dalla conoscenza, l'apparenza dall'esistenza.

 

Nella cooperazione intercerebrale, si passa per gradazioni infinitesimali e infinite dall'automa al genio, dall'attività sensori-motrice à l'attività intellettuale e affettiva, mentre nella fabbrica di spilli tutto funziona tramite dualismi. E' attraverso l'affettibilità,  attraverso  il "sentire puro", "fond commun" dei desideri e delle credenze che Tarde descrive la differenza di natura e di grado tra l'attività di creazione e l'attività di riproduzione.

 

Tra l'automa e il genio, è l'infinito che serve d'intermediario. Attraverso l'infinito, il genio puo' essere considerato come l'estremo limite della variazione dell'automa, lo spirito l'estremo limite della variazione del corpo, l'organico dell'inorganico.  In questo modo Tarde traccia delle nuove continuità e delle nuove discontinuità tra l'umano e la macchina, tra il corpo e lo spirito, tra l'organico e l'inorganico.

 

L'ontologia di Tarde è un'ontologia della relazione inter-cerebrale che, restando immanente ai termini che l'hanno prodotta, definisce l'origine delle loro variazioni e delle loro metamorfosi. La molteplicità della relazioni motrici, affettive e intellettuali, produce, nel loro incontrarsi secondo delle modalità "felici" o "infelici", il corpo e lo spirito, l'uomo e la macchina, l'organico e l'inorganico e costituisce la fonte delle loro sorprendenti metamorfosi. La relazione inter-cerebrale manifesta in questa maniera "l'infini de monstrousité" che costituisce il fonde di ogni essere.

 

La scienza e l'opinione pubblica, come paradigmi.

 

Questo modello della cooperazione, Tarde non lo trova nella fabbrica di spilli, ma nella scienza. La stupefacente attualità di Tarde sta precisamente, nell'aver identificato la specificità della modernità nella produzione di conoscenze. Ma cio' non significa che quest'ultima sia riducibile alla produzione scientifica, poiché, produzione di conoscenze vuol dire, rigorosamente parlando, teoria della creazione. La scienza, "questo monumento dell'umanità", serve a Tarde per analizzare e veder funzionare, come in un laboratorio, l'invenzione e l'imitazione in quanto forze di costituzione della abitudini e dei costumi dell'individuo e della società. E' sempre nella scienza che possiamo cogliere, "in piena luce", in che modo le "realtà sociali si sono costruite" partendo da una "polvere di piccole scoperte" che si diffondono "con grande difficoltà e con mille contraddizioni, in una sfera ristretta", fino a quando, sviluppandosi, diventano leggi che si impongono all'individuo, "qualche volta tramite l'obbligo, ma più spesso ancora tramite la persuasione e la suggestione."

 

Nella scienza, la costituzione dei valori non si produce attraveso un meccanismo impersonale e automatico come suppongono tutte le teorie economiche del valore, ma tramite la comunità dei sapienti, tramite l'opinione pubblica degli uomini che partecipano  alla sua elaborazione.

 

Secondo Tarde, un'invenzione (scientifica o non) che non è imitata non esiste socialmente. Perchè un'invenzione sia imitata bisogna che catturi l'attenzione, che eserciti la sua forza di "attrazione mentale" sugli altri cervelli ; bisogna che mobilizzi i loro desideri e le loro credenze attraverso un processo di comunicazione sociale.  Un'invenzione dunque, si oppone, si adatta, si confronta alle abitudini, ai costumi e alle tradizioni esistenti. L'attualizzazione di una differenza psychologica (invenzione) in quantità sociale ("una grammatica, un codice, una teologia) non dipende solo dalla potenza dell'evento che rappresenta la sua creazione, ma anche dalla sua capacità di rispondere o suscitare delle attese nella comunità.

 

Tarde ne deduce una tematica che attraversa tutta la sua opera : la potenza constitutiva del pubblico. L'ignoranza della funzione economica del pubblico da parte dell'economia politica, è une conseguenza diretta dell'esclusione della credenza tra i fattori che definiscono il valore. Qui, la produzione del nuovo mostra ancora più chiaramente che la ricezione e l'accettazione da parte del pubblico di un'invenzione, è strettamente legata a un accordo/lotta tra almeno "due opinioni". Questo processo di condivisione, di messa in comune non è soltanto psicologco, ma anche sociologico, poiché si realizza e determina une nuova circolazione, una nuova comunicazione tra cervelli. Tarde non si stancherà di insistere sul fatto che l'invenzione non è soltanto differenza, ma anche ripetizione, diffusione, forza capace di mobilizzare i desideri e le credenza, potenza di appropriazione unilaterale o reciproca di altri cervelli. Nella teoria di Tarde, non c'è separazione tra "scienza" e "opinione", tra économia e comunicazione, tra linguaggio e lavoro.

 

Il Pubblico, "gruppo sociale del futuro", non si sostituisce alle divisioni di classe o di gruppo, ma agendo sullo spazio liscio della cooperazione tra cervelli, li rendi più mobili, più variabili, più aperti alla créazione.  La Psicologia Economica è, a mia conoscenza, la prima teoria della produzione dei valori che integra i media comme suo dispositivo fondamentale.

 

Tirando tutte le conseguenze della sua concezione della produzione come "produzione di conoscenze" fondata sul cervello-memoria, Tarde pone in termini originali, il problema della proprietà.  La sua filosofia, come l'individualismo possessivo, è una filosofia dell'appropriazione. Ma che cosa significa "avere" quando quello di cui ci si appropria non è la "terra", come nell'individualismo possessivo, ma la conoscenza ? Che significa "avere" quando l'azione di appropriazione non si esprime tramite il lavoro delle "mani", ma attraverso l'attività  del cervello?

 

La produzione di conoscenze, differentemente dal lavoro e dall'utilità, non funziona secondo i principi della scarsità, poiché la memoiria, (spirito o anima), per la sua capacità di "dare e conservare" contemporaneamente,  puo' trasmettere  le conoscenze, le sensazioni, gli affetti, senza privarsene. La logica della memoria è quella dello "sviluppo reciproco" e non quella dell'appropriazione esclusiva.

 

Il dispositivo tracsendentale nel marxismo.

 

Nella psicologia economica, Marx è l'economista più citato. Secondo Tarde, l'argomentazione dell'autore del Capitale è contradittoria : da un lato, il grande merito di Marx è d'introdurre il "lato soggettovo", il punto di vista delle forze sociali (gli operai), nella scienza economica. Dall'altro, questo principio di eterogeneità è neutralizzato dal funzionamento della "legge del valore" e la sua misura, il "tempo di lavoro."

 

Questa ambiguità corre lungo tutta l'opera marxiana. Il capitolo sulla cooperazione del primo libro del Capitale è considerato da Tarde come un buon esempio di cio' che lui chiama azione inter-psicologica o inter-cerebrale. Tarde utilizza la costituzione degli operai in "opinione pubblica" (in sindacato) per dimostrare che i prezzi non sono determinati in maniera oggettiva e impersonale dal mercato comme suppone l'economia politica classica, o il "commissario-priseur"  walrassiano.

 

Nella definizione del salario giocano delle considerazioni etiche fondate sulla "credenza". Il prezzo è definito, in ultima analisi, da quello che la società e gli operai credono più giusto.  Il punto di vista soggettivo, "sgelando" le leggi oggettive e predeterminate dell'economia politica, apre a une concezione psicologica delle leggi economiche. Ma nel secondo libro del Capitale, quando Marx descrive la generalità del funzionamento del sistema capitalista attraverso gli "schemi di riproduzione", le azioni inter-cerebrali, la cooperazione tra cervelli, sono inesorabilmente subordinati  alla dinamica della riproduzione del Capitale. L'autonomia e l'indipendenza che definiscono la natura di ogni forza sono chiuse nella logica della valorizzazione capitalista. E' ben vero, afferma Tarde, che al contrario dell'economia politica, gli schemi di riproduzione marxiani, non mirano a stabilire le condizioni necessaria dell'equilibrio. Ma anche letti in questo modo, gli schemi di riproduzione mostrano soltanto le metamorfosi del Capitale.

 

E tuttavia ogni forza ha in sè il suo proprio principio di variazione e di metamorfosi ; ogni forza è animata dalla logica dell'"avere" e tende non soltanto a conservarsi, ma ad aumentare e a sviluppare la sua potenza.

 

Perchè soltanto il capitale tenderebbe  a ripetersi aumentando a ogni rortazione la sua potenza ? L"autovalorizzazione", la "creazione-distruttrice"  non sono delle modalità esclusive del Capitale.

 

Proprio qui, dove gli schemi di riproduzione del Capitale incontrano la riproduzione della società, la molteplicità delle volontà, delle conoscenze e degli affetti si esprimono,  superando la dialettica dell'"dramma unico" capitale-lavoro.

 

Nel marxismo, secondo Tarde, il principio trascendentale  funziona anche dal punto di vista politico : l'esclusione della "simpatia" e dell'"amore", fortement presenti  nel socialismo utipico, non è un segno di scientificità, ma un handycap per pensare una theoria dell'organizzazione politica. Su che cosa fondare la comunità politica, se non sugli affetti ?

 

Gli operai, come ogni gruppo sociale, non si associano sulla base di interessi, ma di d, di credenze e di affetti comuni.

 

Senza una teoria delle passioni, è nel "socialismo di stato" che rischiano di risolversi le ambiguità dialettiche del marxismo e le aporie dell'"individualismo banale" delle teorie liberali.

 

Un politeismo delle credenze e dei desideri, organizzato da una differenziazione del principio associativo, e non una sola e grande organizzazione  (Stato e partito), è la forma politica adeguata a tradurre la libertà, l'indipendenza e il desiderio di associazione della molteplicità.

 

Un'economia della circolazione dei flussi.

 

La dinamica economica descritta da Tarde è una dinamica della mobilità, della variazione, della circolazione.  Fare dell'imitazione e dell'invenzione il motore dell'economia significa pensare una teoria dei flussi e degli stocks, come dicono gli economisti.

 

Il desiderio e la credenza sono delle forze che circolano come dei flussi o delle "correnti" tra i cervelli. Questi ultimi funzionano comme dei relais in una rete di forze cerebrali o psichiche, facendo passare i flussi (imitazione) o facendoli biforcare  (invenzione). E' sempre l'incontro, felice o infelice, tra due o più flussi che produce l'invenzione o l'imitazione.

 

Ma i flussi di desiderio e di credenza travalicano i cervelli. Infatti non sono i cervelli che sono all'origine dei flussi, ma, al contrario, sono contenuti in quest'ultimi. L'ontologia della "rete" si trova in queste correnti, nelle maglie che le forze cerebrali tessono, nelle potenze di differenziazione  e di ripetizione della memoria.

 

Nello stesso modo, è nella dinamica dei "cerveaux assemblés"  che possiamo cogliere l'ontologia delle soggettività moderne. Il processo di soggettivazione si costituisce all'interno di questa rete cerebrale ed è assimilabile a una piega, à un avvolgersi dei flussi su loro stessi. Tarde descrive il processo di costituzione della soggettività tramite la bella metafora dell'onda e del mare. L'onda, cervello individuale, è il risultato dell'"individualizzazione" dei movimenti del mare, spazio liscio dei "cerveaux assemblés". Le onde si producono alla superficie piegando, in un movimento circolare che ritorna su se stesso, le correnti che attraversano il mare in profondità e in tutte le direzioni.

 

L'interiorità è il tempo compreso tra la costituzione e una dissoluzione dell'onda. Quest'ultima è un "ritornello" sempre provvisorio che è lui stesso un movimento circolare. La piega o onda, costituisce a sua volta il centro di una nuova espansione, di una nouva circolazione. Questa piega o onda, è la memoria che produce, accumula e conserva la differenza  (il tempo).

 

La soggettivazione, come l'onda, è una questione di ritmi, di velocità, di contrazioni e di dilatazioni della circolazione dei flussi, in un ambiente che non è statico, ma browniano.

 

Si tratta dunque di pensare un'economia della mobilità, della circolazione, della variazione e non dell'enfermement, mentre la teoria della produzione degli economisti è une teoria della cattura e della chiusura dei flussi di desiderio e di credenza.

 

Nella teoria de Tarde c'è un primato della circolazione sulla produzione. Ma la circolazione delle merci, dei metodi di fabbricazione, dei bisogni economici e delle rappresentazioni è subordinata e dipende dalla ciorcolazione molecolare, pre-individuale del flussi di desiderio e di credenza.

 

Ogni nuova produttività è una conquista della libertà della mobilità, della circolazione, del concatenamento di questi flussi (il liberalismo non è che una pallido surrogato della dinamica della cooperazione inter-cerbrale).  Dall'interno del marxismo e dell'economia politica, è impossibile riconquistare questa circolazione, queste velocità, questi ritmi e definire un concetto di attività "per se" dei cervelli che cooperano insieme ; è impossibile costruire una immagine dell'attività della cooperazione in quanto tale. 

 

La modernità di Tarde.

 

Alla fine del XIX secolo, Tarde traccia un quadro dello sviluppo economico che non prevede soltanto la metamorfosi  della fabbrica di spilli in fabbrica taylorizzata, ma anche e soprattutto  lo sviluppo della cooperazione inter-cerebrale,  l'estendersi di tutte le forme d'azione della memoria (sensori-motrice, intellettuale, affettiva)  sulle quali poggia la produzione del "surplus" nelle società moderne. Lo sviluppo dell'industria della comunicazione, dell'industria culturale, della scienza, della produzione di conoscenze, dell'arte, del bisogno di divertimento, del pubblico ecc. , non sono il prodotto della crisi del fordismo. Questo sviluppo ha invece una lunga storia, vecchia tanto quanto la modernità ; una storia intravista alla fine del XIX secolo, e che soltanto le letture shimtiane et marxiste della produzione, ci ha impedito di vedere.

 

Con Tarde noi possiamo leggere il capitalismo alla luce della cooperazione tra cervelli e aggirare gli ostacoli messi di traverso al nostro sguardo dai concetti di Capitale, di Lavoro e di Stato, comme altrettante attualizzazione  dell'Uno. Tarde ha saputo riconscerci la molteplicità.

 

"La differenza, l'originalità, l'irriducibilità è al fondo delle cose (…) Perché il molteplice sarebbe, se non fosse che la ropetizione non orginale e non veriata dell'uno."

 

 

Ends

 



[1] Gabriel Tarde, La logique sociale, p. 218

[2] Ibid, p.222

[3] Ibid, p. 218

[4] Ibid, p. 223

[5] Ibid., p. 220

[6] Emile Durkheim, De la division du travail, PUF, 1998, p. 326

[7] Idib., p. XXXIV

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